sabato 16 giugno 2012

Fini e La Russa, prove di disgelo


Fli sonda il terreno. E dialoga con gli ex An.
FONTE: LETTERA43


di Filippo Conti











Aria di disgelo tra Futuro e libertà e gli ex An del Pdl. I contatti tra gli ex sono ripresi dopo mesi di silenzio. Sono così ricominciate le chiacchierate nei corridoi di Montecitorio, le telefonate e anche qualche pranzo.
RIUNITI CONTRO GRILLO. A unire finiani e aennini, in questo delicato passaggio politico è la paura: il timore che il vento dell’antipolitica impersonato da Beppe Grillo e dal suo Movimento 5 stelle spazzi via in un colpo solo i partiti della Seconda repubblica. Così come 20 anni fa Tangentopoli, in pochi mesi, rase al suolo la Prima.
IL M5S TALLONA I BIG. Il M5s secondo alcuni sondaggi ha già superato il Pdl, viaggia intorno al 20% e tallona da vicino il partito di Pier Luigi Bersani. Ovvio che gli esponenti delle attuali forze politiche siano terrorizzati.

I contrari al riavvicinamento: da Granata a Gasparri

«I contatti tra noi e una parte del Pdl sono ripresi. Da entrambe le parti c’è chi pensa a una riorganizzazione del centrodestra. Altrimenti qui rischiamo tutti di fare una brutta fine», confida a Lettera43.it Carmelo Briguglio. Che, da falco di Fli, se prima era contrarissimo a ogni apertura al Pdl, ora inizia a ripensarci. E lo stesso vale per Italo Bocchino.
I FALCHI DEL NO. Chi invece non ne vuole sapere di riavviare il dialogo con gli ex compagni di partito è Fabio Granata, insieme con Flavia Perina e Benedetto Della Vedova.
Ma anche in casa Pdl c'è chi fa muro. Tra i contrari a ogni riavvicinamento c'è per esempio Altero Matteoli, che esclude qualsiasi ritorno al passato. Per non parlare di Maurizio Gasparri, che i finiani non li vuol vedere nemmeno in fotografia. Così come Andrea Ronchi.
EX AENNINI INSOFFERENTI. Dal canto suo Gianfranco Fini, che per ora non si è mosso direttamente, osserva con interesse e fa sondare il terreno dai suoi emissari.
E di segnali dal Pdl ne giungono parecchi. Molti ex aennini, compreso Ignazio La Russa (mentre in Senato si segnala un gran movimentismo di Andrea Augello), sono insofferenti nei confronti dell’egemonia dei berluscones. Se il Pdl dovesse continuare a perdere voti, per le truppe di destra gli spazi per tornare in parlamento nel partito berlusconiano sarebbero ridotti al lumicino.
FERMENTO A DESTRA. Ecco quindi che si è ricominciato a dialogare anche sulla ricostituzione di una forza di destra. «Per ora siamo solo ai primi contatti, ma un interesse comune esiste. Bisogna vedere come evolve la situazione, le variabili sono molte, ma il dialogo è ripreso», conferma il deputato futurista Giorgio Conte.

Il dilemma di Fini: forza di centro o un «nuovo Pdl»

Già, le variabili. Innanzitutto c’è da vedere come procederà il cammino del governo Monti. Poi molto dipenderà dalle riforme costituzionali, compresa la possibile riduzione del numero dei parlamentari. E, naturalmente, anche da come verrà cambiata la legge elettorale.
Infine conteranno i sondaggi e cosa Silvio Berlusconi vuole fare del suo partito (che alcuni istituti danno al 15%). Insomma, la situazione è fluida.
E Fini, dal canto suo, vuole lasciarsi aperte tutte le porte: la possibilità di creare una grande alleanza di centro con Pier Ferdinando Casini e Luca di Montezemolo, ma anche, in alternativa, costruire un nuovo soggetto di destra. Che a lui stesso piace chiamare «nuovo Pdl».
«IN BALLO LA SOPRAVVIVENZA DELLA POLITICA».  Certo è che non sarà un'impresa facile. Uno spiraglio, comunque, resta aperto. «Anche perché», racconta una fonte vicina al presidente della Camera, «qui non è solo in ballo la riconquista di uno strapuntino in parlamento, ma anche la sopravvivenza della politica sull’antipolitica. Anche se Grillo su molte questioni ha ragione, un parlamento di grillini nella prossima legislatura non lo vuole nessuno».
Per scongiurare questo rischio molti, in Fli e nel Pdl, sono pronti a raccogliere l’appello lanciato tempo fa da Marcello Veneziani sul Giornale: «In Italia manca la destra, fate qualcosa».

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