sabato 16 giugno 2012


FONTE: LETTERA43 - PARTITI 

Sondaggi: Grillo al 21%, nel mirino il Pd (24%)

Entrambi +0,8%. Crollo Pdl: 15%. Cala la fiducia in Monti: solo 33%. 



Un balzo alla volta, la scalata dei grillini continua, inarrestabile.
Il Movimento 5 stelle ha aumentato il suo consenso tra gli italiani: ora siamo al 21%, con un rialzo di quasi un punto percentuale (+0,8%) rispetto alla prima settimana di giugno.
Dopo aver conquistato il secondo posto, ormai il trono dei partiti è a portata di mano (-3% dal Pd).
MONTI, TREND NEGATIVO. Grillo, il re dei sondaggi, è incoronato da quello condotto dall'Istituto Swg sulle intentzioni di voto in esclusiva per Agorà, su RaiTre.
Swg ha confermato inoltre il trend negativo di Monti, in termini di fiducia: il Professore è sceso al 33%. Stesso incremento del comico per il Partito democratico, che sarebbe votato dal 24% degli italiani.
CROLLO VERTICALE PDL. Ha perso quasi mezzo punto percentuale rispetto alla settimana scorsa il Popolo della libertà, che si attesta al 15%.Sempre più ampia la 'forbice' tra Grillo e Berlusconi: uno vola, l'altro sprofonda.
UDC E IDV SOTTO IL 6%. È ritornato sotto la soglia del 6% l'Unione di centro (5,7%), che ha perso un punto percentuale rispetto a sette giorni fa. Sotto la soglia del 6 percento anche l'Italia dei valori, al 5,5 percento (-0,6%). In totale le forze presenti in parlamento hanno il voto di circa il 60% degli italiani che intendono presentarsi alle urne, mentre ben il 40% non è attualmente rappresentato. È cresciuto, peraltro, anche il partito del 'non voto', passato questa settimana dal 42,2 al 45,8%.

Le pecentuali dei partiti dentro il parlamento

PARTITO DEMOCRATICO 24,0% (+0,8)
POPOLO DELLA LIBERTÀ 15,0% (-0,4)
UNIONE DI CENTRO 5,7% (-1,0)
ITALIA DEI VALORI 5,5% (-0,6)
LEGA NORD 5,3% (+0,4)
FUTURO E LIBERTÀ 3,8% (+0,7)
LISTA BONINO 1,6% ( = )
MPA+API 0,4% (-0,1).

Le pecentuali dei partiti fuori dal parlamento

MOVIMENTO 5 STELLE 21,0% (+0,8)
SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ 6,4% (+0,3)
FEDERAZIONE SINISTRA 3,6% (+0,2)
LA DESTRA 3,0% (-0,1)
VERDI 0,6% (+0,1)
ALTRI CENTROSINISTRA 1,7% (+0,1
ALTRI CENTRODESTRA 1,4% (-0,1)
ALTRI 1,0% (-1,1)

I non rappresentati

NON VOTO, INDECISI, NON RISPONDONO 27,5%
ASTENUTI 18,3%.
INDECISI+ASTENUTI 45,8%.

Mario Monti e la sua squadra

FIDUCIA IN MONTI 33,0% (-1,0).
QUANTO È EFFICACE L'OPERATO DEL GOVERNO?
Molto 2%, abbastanza 23%, molto+abbastanza 25%, poco 43%, per niente 32%,poco+per niente 75%.
Il sondaggio è stato realizzato dalla Swg Srl-Trieste per 'osservatorio SWG' nei giorni 12-13 giugno con sondaggio telefonico (Cati) e online con metodo Cawi, su un campione casuale probabilistico stratificato e di tipo panel ruotato di 900 soggetti maggiorenni (su 3400 contatti complessivi), di età superiore ai 18 anni.
Il campione intervistato online è estratto dal panel proprietario Swg. Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall'Istat. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e macro area di residenza. Margine d'errore massimo: più/meno 3,3%.

Fini e La Russa, prove di disgelo


Fli sonda il terreno. E dialoga con gli ex An.
FONTE: LETTERA43


di Filippo Conti











Aria di disgelo tra Futuro e libertà e gli ex An del Pdl. I contatti tra gli ex sono ripresi dopo mesi di silenzio. Sono così ricominciate le chiacchierate nei corridoi di Montecitorio, le telefonate e anche qualche pranzo.
RIUNITI CONTRO GRILLO. A unire finiani e aennini, in questo delicato passaggio politico è la paura: il timore che il vento dell’antipolitica impersonato da Beppe Grillo e dal suo Movimento 5 stelle spazzi via in un colpo solo i partiti della Seconda repubblica. Così come 20 anni fa Tangentopoli, in pochi mesi, rase al suolo la Prima.
IL M5S TALLONA I BIG. Il M5s secondo alcuni sondaggi ha già superato il Pdl, viaggia intorno al 20% e tallona da vicino il partito di Pier Luigi Bersani. Ovvio che gli esponenti delle attuali forze politiche siano terrorizzati.

I contrari al riavvicinamento: da Granata a Gasparri

«I contatti tra noi e una parte del Pdl sono ripresi. Da entrambe le parti c’è chi pensa a una riorganizzazione del centrodestra. Altrimenti qui rischiamo tutti di fare una brutta fine», confida a Lettera43.it Carmelo Briguglio. Che, da falco di Fli, se prima era contrarissimo a ogni apertura al Pdl, ora inizia a ripensarci. E lo stesso vale per Italo Bocchino.
I FALCHI DEL NO. Chi invece non ne vuole sapere di riavviare il dialogo con gli ex compagni di partito è Fabio Granata, insieme con Flavia Perina e Benedetto Della Vedova.
Ma anche in casa Pdl c'è chi fa muro. Tra i contrari a ogni riavvicinamento c'è per esempio Altero Matteoli, che esclude qualsiasi ritorno al passato. Per non parlare di Maurizio Gasparri, che i finiani non li vuol vedere nemmeno in fotografia. Così come Andrea Ronchi.
EX AENNINI INSOFFERENTI. Dal canto suo Gianfranco Fini, che per ora non si è mosso direttamente, osserva con interesse e fa sondare il terreno dai suoi emissari.
E di segnali dal Pdl ne giungono parecchi. Molti ex aennini, compreso Ignazio La Russa (mentre in Senato si segnala un gran movimentismo di Andrea Augello), sono insofferenti nei confronti dell’egemonia dei berluscones. Se il Pdl dovesse continuare a perdere voti, per le truppe di destra gli spazi per tornare in parlamento nel partito berlusconiano sarebbero ridotti al lumicino.
FERMENTO A DESTRA. Ecco quindi che si è ricominciato a dialogare anche sulla ricostituzione di una forza di destra. «Per ora siamo solo ai primi contatti, ma un interesse comune esiste. Bisogna vedere come evolve la situazione, le variabili sono molte, ma il dialogo è ripreso», conferma il deputato futurista Giorgio Conte.

Il dilemma di Fini: forza di centro o un «nuovo Pdl»

Già, le variabili. Innanzitutto c’è da vedere come procederà il cammino del governo Monti. Poi molto dipenderà dalle riforme costituzionali, compresa la possibile riduzione del numero dei parlamentari. E, naturalmente, anche da come verrà cambiata la legge elettorale.
Infine conteranno i sondaggi e cosa Silvio Berlusconi vuole fare del suo partito (che alcuni istituti danno al 15%). Insomma, la situazione è fluida.
E Fini, dal canto suo, vuole lasciarsi aperte tutte le porte: la possibilità di creare una grande alleanza di centro con Pier Ferdinando Casini e Luca di Montezemolo, ma anche, in alternativa, costruire un nuovo soggetto di destra. Che a lui stesso piace chiamare «nuovo Pdl».
«IN BALLO LA SOPRAVVIVENZA DELLA POLITICA».  Certo è che non sarà un'impresa facile. Uno spiraglio, comunque, resta aperto. «Anche perché», racconta una fonte vicina al presidente della Camera, «qui non è solo in ballo la riconquista di uno strapuntino in parlamento, ma anche la sopravvivenza della politica sull’antipolitica. Anche se Grillo su molte questioni ha ragione, un parlamento di grillini nella prossima legislatura non lo vuole nessuno».
Per scongiurare questo rischio molti, in Fli e nel Pdl, sono pronti a raccogliere l’appello lanciato tempo fa da Marcello Veneziani sul Giornale: «In Italia manca la destra, fate qualcosa».

Cgil-Cisl-Uil, "100mila in piazza" Sindacati, "piu' fatti meno annunci"



(AGI) - Roma, 16 giu. - "Siamo oltre centomila". Lo ha detto l'organizzazione del corteo organizzato a Roma da Cgil, Cisl e Uil per chiedere alla Governo nuove politiche su lavoro, crescita, welfare e fisco. I manifestanti stanno raggiungendo piazza del Popolo dove si terranno i comizi di Camusso, Bonanni e Angeletti. Sul dl Sviluppo c'e' il "rischio che dopo tanti annunci i vantaggi siano pochi. Non si coglie un effettivo cambiamento". Lo ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, durante il corteo organizzato con Uil e Cisl a Roma. "Non c'e' quella svolta necessaria al Paese", ha aggiunto."Siamo in piazza per difendere chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo a causa di un governo che ha creato persone che non avendo piu' un lavoro non sanno se avranno una pensione". Cosi' Luigi Angeletti, numero uno della Uil, alla testa della manifestazione organizzata a Roma con Cgil e Cisl. Sul dl Sviluppo "per ora ci sono solo titoli. Il governo dovrebbe prima fare fatti e poi fare annunci". Cosi' Luigi Angeletti, numero uno della Uil, alla testa della manifestazione organizzata a Roma con Cgil e Cisl. "A forza di annunci sulla crescita - ha aggiunto - siamo finiti in recessione". La piu' grande manifestazione contro il governo Monti va in scena a Roma. "Il valore del lavoro": e' questo lo slogan scelto dalle tre confederazioni sindacali per la manifestazione unitaria che prende il via da Repubblica (Esedra), da dove il corteo partira' alle ore 10.30, per confluire alle ore 11.30 in piazza del Popolo, dove si terranno i comizi conclusivi dei tre segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Si prevede un'alta partecipazione: dalle informazioni raccolte finora dalle tre organizzazioni sindacali risultano prenotati 1000 pullman, 4 treni speciali, 2 navi dalla Sardegna, piu' aerei e mezzi privati.

giovedì 23 dicembre 2010

La Lega contro Fini

La Lega Nord ha inviato una lettera all'ufficio di presidenza della Camera, chiedendo di valutare la calendarizzazione di un dibattito in Aula proprio sul ruolo del Presidente della Camera e leader di FLI On. Gianfranco Fini. "Le dimissioni stanno nella coscienza di ognuno, ma è necessario che almeno il Parlamento possa esprimersi", ha spiegato il capogruppo del Carroccio Marco Reguzzoni. La data indicata per la discussione è l'11 gennaio.

Stefania Prestigiacomo lascia il PDL o forse no?

Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, lascia il Pdl e passa al Gruppo Misto, pur restando nel governo. Visibilmente scossa, quasi in lacrime, la Prestigiacomo lascia l'aula e annuncia ai giornalisti: "Sono amareggiata per come sono andate le cose in aula, non mi riconosco più in questo Pdl. Mi dimetto". Tutto nasce, forse, dalla votazione di oggi alla Camera sul ddl Lavoro. Durante la votazione, la Prestigiacomo vota diversamente dalla maggioranza, e non per errore. L'Assemblea di Montecitorio respinge per soli tre voti la proposta di sospendere l'esame del testo sulla libera imprenditorialità ed il sostegno del reddito avanzata dal Pd e sostenuta dalla Prestigiacomo, che vota a favore della sospensione. Ma la proposta non passa. E dopo il voto, visibilmente contrariata, il ministro prende le sue carte e lascia di corsa l'Aula, mentre dai banchi del Pdl c'é chi grida: "dimissioni, dimissioni". Non è comunque la prima volta che la Prestigiacomo è in disaccordo con la sua maggioranza. Soprattutto per quanto riguarda il tema del suo ministero: l'ambiente. L'ultimo scontro è avvenuto proprio in queste ore: sul decreto Milleproroghe. Il ministro è riuscito a far togliere "in extremis" la norma che avrebbe fatto slittare lo stop agli inquinanti sacchetti. Nella tarda serata di ieri una nota di palazzo Chigi sembra ridimensionare la rottura. Nella nota si comunica che il ministro dell'Ambiente e il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, "hanno chiarito ogni equivoco" su quello che viene definito "una sfortunata coincidenza e un difetto di comunicazione".